Infanzia

VALENTINA MARCHESIN - PSICOTERAPEUTA PSICOANALITICA - BAMBINO ORSETTO

L’infanzia è una fase della vita ricchissima dal punto di vista evolutivo, perché, in un periodo piuttosto breve, si concentrano la maggior parte delle acquisizioni e trasformazioni che getteranno le fondamenta per tutta la vita futura del bambino. L’infanzia è suddivisa, tendenzialmente, in due grandi momenti: dagli 0 ai 5 anni e poi l’età della latenza, dai 6 anni circa fino all’avvento della pubertà.

Ci sono delle sottofasi fondamentali che scandiscono questi due grandi gruppi, che ogni bambino deve affrontare, facendo ricorso alle sue capacità innate e alle progressive esperienze che immagazzina attraverso il suo rapporto con l’ambiente in cui è inserito, in modo particolare con coloro che lo accudiscono.

Può succedere che il processo evolutivo, proprio per la complessità della sua natura, incontri dei momenti di impasse o blocco. In queste situazioni, è importante sapere che potersi rivolgere ad uno specialista, che si affianca al bambino e alla famiglia, può offrire l’opportunità di comprendere ed affrontare quanto sta accadendo in quel momento ma anche in un’ottica di prevenzione futura.

La consultazione

La Consultazione Psicoanalitica con i Bambini è il primo momento di incontro con lo psicoterapeuta o psicoanalista infantile per iniziare a mettere in parole e provare a capire meglio i motivi del disagio che ha portato la famiglia a rivolgersi ad un professionista.

La consultazione è un’importante occasione di prevenzione oltre che di cura e si propone di dare una risposta altamente qualificata a situazioni di disagio, di sofferenza psichica e di problemi riguardanti lo sviluppo che si possono presentare in questa fase cruciale del ciclo di vita. Si tratta di un intervento precoce che porta alla luce le principali emozioni, conflitti, bisogni psichici e difficoltà relazionali, assumendo anche un elevato potenziale preventivo.

Durante la Consultazione viene dato spazio ai genitori per “raccontare” il loro bambino, con l’aiuto dell’ascolto attento ed empatico dello psicoterapeuta o psicoanalista infantile, si mette in luce il bambino ed il suo funzionamento interno, fatto di emozioni, pensieri e fantasie.

Lo sviluppo emotivo del bambino è un aspetto di particolare importanza perché permette di comprendere come questo influisca nelle sue relazioni con il mondo esterno, con i genitori e con i pari.

E‘ importante sottolineare come durante l’infanzia le problematiche non abbiano ancora avuto modo di cronicizzarsi, diventando strutturali, come invece spesso si presentano nei pazienti adulti; quindi la fluidità psichica ed emotiva che caratterizza i pazienti in età evolutiva è una risorsa davvero preziosa da sfruttare per garantire un futuro più sereno a chi presenta difficoltà precocemente.

L’obiettivo della Consultazione è quindi la comprensione del tipo di disagio portato dalla famiglia e dal bambino stesso, come questo influisca sull’organizzazione interna del bambino e sulle sue dinamiche relazionali, sia intrafamiliari che extrafamiliari.

In che cosa consiste la Consultazione: in genere sono previsti cinque incontri (o più se ritenuto necessario). Il primo è riservato ai genitori, che descrivono la situazione, le avvisaglie del disagio e una breve storia della vita del figlio. A seguire tre incontri con il bambino, che sarà libero di esprimersi e muoversi liberamente, di disegnare o giocare con i giochi che troverà in una scatola costruita apposta per lui.

Il gioco permette al bambino di esprimere le sue fantasie e le sue ansie; attraverso il gioco infantile i sentimenti vengono maneggiati in vari modi, trovando vie d’espressione più o meno dirette, ma la cosa importante è che il gioco permette di mettere una certa distanza dal vissuto emotivo provato, così da poterlo rappresentare, ed il bambino si sente più “al sicuro” nel rivivere le sue emozioni e le sue fantasie. Compito dello psicoterapeuta o psicoanalista infantile, durante la Consultazione, sarà quindi poter osservare e dar voce a queste “rappresentazioni teatrali” messe in scena dal piccolo paziente, potendolo così conoscere nelle sue problematiche emotive, di osservarne le fantasie inconsce e di cogliere l’angoscia ad esse legata.

Questa fase è determinata da un numero limitato e definito di incontri con il bambino, proprio perché è orientata all’osservazione e comprensione delle difficoltà vissute dal bambino ma anche del suo stile relazionale. Infatti come viene vissuto il primo incontro, quello intermedio ed il “saluto” dell’ultimo incontro sono momenti emotivamente importanti per il bambino a cui si deve dare spazio ed ascolto.

L’ultimo incontro di consultazione è un incontro di restituzione, con i soli genitori, con i quali verrà condiviso quanto osservato dal terapeuta e ciò che può essere fatto per aiutare il loro bambino. Talvolta sono necessari più di tre incontri per meglio comprendere la situazione, o più di un colloquio per pensare meglio a ciò che si è osservato. Nel caso in cui ci sia una particolare difficoltà di separazione o il bambino sia ancora molto piccolo, è possibile che gli incontri rivolti all’osservazione del bambino abbiano luogo con i genitori nella stanza.

La Psicoterapia Psicoanalitica con i Bambini

Una volta terminata la fase di consultazione, il terapeuta valuterà, se è il caso, la possibilità di iniziare una psicoterapia psicoanalitica. La Psicoterapia Psicoanalitica con i bambini mantiene alcune caratteristiche della psicoterapia classica con gli adulti, tuttavia è necessario un adeguamento per l’età evolutiva. 

Le sedute hanno una frequenza di almeno una volta alla settimana, sempre nello stesso giorno e alla stessa ora. I bambini si muovono liberi nella stanza di terapia, possono fare ciò che viene loro in mente, senza alcuna richiesta o domanda del terapeuta. Per i bambini il canale verbale non è quello privilegiato per esprimere i propri problemi, come accade in epoche successive, ma sono molto bravi ad esprimerli attraverso altri canali, ad esempio come il gioco e il disegno. Il terapeuta dei bambini si lascia coinvolgere nel gioco o nel discorso del bambino fino al punto necessario per capire il senso della messa in scena e per capire ciò che il bambino vuole dire. Le paure, i desideri e i conflitti, consci ed inconsci, rappresentati o verbalizzati vengono elaborati nel rapporto terapeutico. Si possono così sviluppare nuove possibilità di soluzioni, adeguate all’età. Nella stanza di terapia il piccolo paziente ritroverà ad ogni seduta la sua personale scatola contenente giochi e materiali a suo uso esclusivo. Ogni gioco può assumere significati diversi per bambini diversi, o per lo stesso bambino in momenti diversi della terapia, pertanto non esiste un significato univoco per ciascun gioco.

Il terapeuta infantile è una persona capace di interpretare ciò che il bambino sta raccontando attraverso i suoi giochi e disegni, e sa trovare le parole giuste per potervi dare voce, favorendone l’elaborazione e i collegamenti con sentimenti e vicende che vengono rievocati dal materiale presentato. L’interpretazione del gioco aumenta il piacere di giocare e di sentire che ciò che viene rappresentato viene colto e considerato materiale prezioso su cui riflettere e lavorare insieme.

In questo modo lo sviluppo del bambino corrispondente alla sua età si mette nuovamente in moto.

La psicoterapia psicoanalitica è un intervento efficace e risolutivo per molte problematiche che insorgono in età infantile. L’impostazione psicoanalitica permette di mantenere un’attenzione costante anche sui fattori inconsci che determinano il quadro sintomatologico o il malessere del bambino, e questo permette di arrivare alla radice delle problematiche.

Parallelamente alla terapia del bambino, di regola si svolgono colloqui con i genitori, questi incontri sono molto importanti per il percorso terapeutico del bambino, perché danno spazio a due figure fondamentali del suo mondo interno ed esterno. Durante tali incontri la famiglia potrà aggiornare il terapeuta degli avvenimenti importanti nella vita del bambino e si farà il punto sull’andamento del percorso terapeutico. Il terapeuta è tenuto al segreto professionale prima di tutto nei confronti del bambino e sarà sua premura concordare con lui gli argomenti di cui si parlerà durante i colloqui.

Inoltre questi incontri sono importanti anche per i genitori stessi perché possono sentirsi sostenuti nel confronto con i problemi del bambino, e possono promuovere delle modifiche nel rapporto genitori-figlio che facilitino lo sviluppo del bambino in modo corrispondente alla sua età. In quest’ambito è possibile elaborare le modifiche dell’assetto della dinamica familiare favorevoli al processo psicoterapeutico del bambino.

È altamente consigliato che i genitori intraprendano a loro volta un lavoro sulla genitorialità (differente dai colloqui con il terapeuta del figlio), parallelo e con un dottore specifico per loro. Questo è un fattore prognostico positivo anche per il buon esito della terapia del loro bambino.

La Psicoanalisi con i Bambini

Come con gli adulti, anche con i bambini, qualora ci siano le condizioni, la cura psicoanalitica rappresenta il trattamento in assoluto più risolutivo ed efficace. Si tratta di un percorso di cura che prevede da tre a cinque sedute a settimana.

Il terapeuta deve essere anche uno psicoanalista infantile, ovvero deve avere una formazione specifica sia per praticare la psicoanalisi, sia per applicarla alla cura dei bambini. E’ lo psicoanalista a valutare se ci sono le basi per poter intraprendere questo tipo di cura, che non hanno a che fare necessariamente con la gravità della situazione, anzi, tengono conto delle risorse del bambino o del ragazzo, della sua strutturazione psichica e della sua capacità di elaborazione del materiale.

Tra i fattori da considerare ci sono anche il tipo di disturbo, il rischio evolutivo rilevato, l’età, la motivazione e l’interesse che il bambino manifesta in questo tipo di lavoro. Un lavoro più approfondito e intensivo garantisce una remissione più rapida e un cambiamento interiore più consolidato e duraturo, che manterrà i suoi effetti per tutta la vita del paziente.

E’ un tipo di cura che accompagna i pazienti per un periodo della loro vita, non per sempre, ma per un tempo sufficiente a sciogliere i nodi che determinano la sofferenza psichica e gli eventuali sintomi, e per consolidare il lavoro svolto in modo che possa mantenersi vivo dentro al paziente anche quando l’analisi sarà conclusa. E’ un lavoro più impegnativo della psicoterapia per la sua frequenza intensiva, ma in realtà è più semplice per il paziente, perché non richiede lo sforzo di aprire e chiudere continuamente il proprio mondo interiore, da una settimana all’altra; una frequenza più elevata di incontri a settimana, lascia un filo associativo che rimane vivo tra le sedute e garantisce una maggiore possibilità di lavoro, in minore tempo.

Si tratta di qualcosa di molto prezioso che viene offerto, dall’analista ma anche dai genitori stessi al bambino, che implica un grande impegno per tutti, per il periodo della cura, ma garantisce il raggiungimento di un benessere psichico e emotivo e una mobilità e libertà interiori che altrimenti sarebbero difficilmente accessibili.

Chi è lo Psicoanalista specializzato nel lavoro con i Bambini?

Lo psicoanalista è un medico o uno psicologo-psicoterapeuta, che si è sottoposto ad una selezione piuttosto severa, ad un training molto approfondito e soprattutto ad un trattamento psicoanalitico sulla sua stessa persona, per nulla differente dai percorsi di psicoanalisi che intraprende con i suoi stessi pazienti. Quest’ultima caratteristica è garanzia del fatto che chi cura, sia una persona che abbia sufficientemente elaborato le proprie questioni irrisolte, che abbia una conoscenza profonda del metodo anche dal punto di vista del paziente, e che possa dunque occuparsi con professionalità e efficacia, delle difficoltà di chi chiede aiuto. Lo strumento principale attraverso il quale cura lo psicoanalista è Sé stesso, la sua mente, la sua ricettività, la sua capacità di trasformare fatti non digeriti espressi dai pazienti attraverso il racconto dei sogni, il lavoro onirico, le libere associazioni, il gioco. Per questo tale strumento deve essere estremamente ben accordato per poter risultare efficace nella cura psicoanalitica.

Gli psicoanalisti sono davvero tali se appartengono all’IPA (International Psychoanalytical Association), fondata da Sigmund Freud nel 1910. In Italia ci sono due società di psicoanalisi riconosciute dall’IPA: La SPI (Società Psicoanalitica Italiana) e la AIPsi (Associazione Italiana di Psicoanalisi).

Non tutti gli psicoanalisti SPI però hanno la formazione per lavorare con l’età evolutiva, perché si tratta di una qualifica ulteriore, accessibile attraverso un training specifico con i pazienti in via di sviluppo.

La formazione Tavistock offerta da Scuole di Specializzazione quali l’AIPPI o la CSMH è specifica per l’età evolutiva e offre un’ulteriore specializzazione nel lavoro con i bambini.